Sequéntia S. Evangélii secundum Lucam 2, 21.
In illo témpore: Postquam consummáti sunt dies octo, ut circumciderétur puer: vocátum est nomen eius Iesus, quod vocátum est ab Ángelo priúsquam in útero conciperétur.
Seguito del S. Vangelo secondo Luca 2, 21.
In quel tempo, dopo che furono trascorsi otto giorni, affinché il bambino fosse circonciso, fu chiamato con il nome Gesù, come era stato chiamato dall’Angelo prima di essere concepito nel grembo.
Nella liturgia dell'Ottava di Natale, emergono in maniera evidente due Misteri della salvezza tra loro intrecciati: la circoncisione di Cristo e il Nome Santo di Gesù. Nell'Antico Testamento, Dio ordinò al patriarca Abramo di circoncidere tutti i primogeniti maschi del popolo ebraico: "Da parte tua devi osservare la mia alleanza, tu e la tua discendenza dopo di te di generazione in generazione. Questa è la mia alleanza che dovete osservare, alleanza tra me e voi e la tua discendenza dopo di te: sia circonciso tra di voi ogni maschio. (...) Quando avrà otto giorni, sarà circonciso tra di voi ogni maschio di generazione in generazione. (...) Il maschio non circonciso, di cui cioè non sarà stata circoncisa la carne del membro, sia eliminato dal suo popolo: ha violato la mia alleanza" (Gn 17,9-10.12a.14).
La circoncisione fu ordinata da Dio come immagine del Battesimo. Questa pratica non deve essere intesa solo come una misura igienica: essa ha un profondo significato teologico e mistagogico. Non è possibile comprendere il senso profondo della pratica della circoncisione se non si fa riferimento alla dottrina del peccato originale, cioé la superbia dell'intelletto da parte di Adamo ed Eva che ha degradato tutta la natura umana e che viene trasmesso, come una tara genetica, da padre in figlio.
In tal senso, la circoncisione dell'organo maschile deputato alla generazione di altri esseri umani, che quindi vengono concepiti nello stesso peccato originale, prefigura il sacramento del Battesimo che sarà poi istituito da Cristo, poiché quest'ultimo applica i meriti della Croce al credente e lo libera dagli effetti del peccato originale. Il sanguinamento della circoncisione (e in particolare quello della circoncisione di Gesù neonato) prefigura il sangue salvifico di Cristo sulla Croce.
La Chiesa ha insegnato che, anche se gli ebrei circoncisi erano salvati dalle conseguenze eterne del peccato originale, tuttavia non poterono entrare dopo la loro morte immediatamente nel Regno dei Cieli. Essi dovettero attendere la discesa agli inferi di Cristo, avvenuta il sabato santo, che aprì le porte del Cielo alle anime dei giusti patriarchi, che si trovavano negli inferi nel cosiddetto limbo dei padri o "seno di Abramo". Il Paradiso rimase chiuso per tutti fino a quel momento.
Con queste parole san Tommaso d'Aquino spiega il sacramento veterotestamentario della circoncisione: "La circoncisione - egli scrive - che si faceva tramite l’asportazione della membrana carnale del membro della generazione, significava lo spogliarsi della vecchia generazione. E da questa [generazione] vecchia siamo liberati mediante la passione di Cristo" (cfr. S.Th. III, q. 37, a. 1, ad 1). Spogliarsi della vecchia generazione significa appunto liberarsi dalla carne concepita nel peccato originale e proiettarsi verso il corpo glorioso e risorto futuro.
Per quanto riguarda il secondo Mistero sul quale dobbiamo meditare, cioé il Mistero del Nome di Gesù, esso significa in ebraico e nella sua variante aramaica antica "Dio salva" (Yeshua). Questo nome fu imposto dapprima alla Vergine Maria da Dio stesso, per mezzo dell'arcangelo san Gabriele, al momento dell'Annunciazione: "Ed ecco, concepirai nel tuo grembo e darai alla luce un figlio, e gli porrai nome Gesù" (Luca 1, 31); e poi anche a san Giuseppe: "[Maria] partorirà un figlio e tu gli porrai nome Gesù, perché egli salverà il suo popolo dai loro peccati" (Matteo 1, 21). Tale nome, dunque, è perfettamente appropriato alla missione redentrice del Verbo incarnato, sottolineando la connessione tra la persona che lo porta e l'opera di salvezza.
Il nome stesso di Gesù confuta e protesta contro i tanti teologi che negano la missione terrena del Signore, cioé va contro tutti coloro che sostengono che Gesù sia stato soltanto un grande profeta, un grande filosofo, un grande personaggio della storia, e non già il Salvatore dell'umanità. Anche tanti teologi sedicenti cattolici, purtroppo, negano che Gesù si sia incarnato per volontà del Padre con la missione esplicita e consapevole di morire sulla Croce come vittima perfetta di espiazione per salvarci dal peccato, anzitutto quello originale e poi anche quelli personali, e per istituire poi la Chiesa visibile su Pietro, con i suoi sette sacramenti, per applicare a tutti gli uomini i meriti della Redenzione. Ecco perché san Pietro ribadirà: "Non c'è altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati" (Atti 4, 12).
Nel linguaggio antico, il nome indica anche l'autorità, cioé la fonte del potere. Questo modo di intendere il termine 'nome' è rimasto anche nel linguaggio comune. Si pensi a quando un ufficiale dice: "Nel nome della legge, la dichiaro in arresto", cioé: "Per l'autorità conferitami dalla legge". Allora quando la Chiesa agisce nel nome di Gesù, sta dicendo che agisce per l'autorità conferitale da Gesù, che è un'autorità divina. Anche quando iniziamo la preghiera nel nome della Trinità, stiamo implicitamente affermando che possiamo pregare per l'autorità concessaci da Dio uno e trino.