sabato 8 giugno 2024

Il Sacro Cuore di Nostro Signore Gesù Cristo

Sequéntia S. Evangélii secundum Ioánnem, 6, 56-59

In illo témpore: Dixit Iesus turbis Iudaeórum: Caro mea vere est cibus, et sánguis meus vere est potus. Qui mandúcat meam carnem, et bibit meum sánguinem, in me manet, et ego in illo. Sicut misit me vivens Pater, et ego vivo propter Patrem: et qui mandúcat me, et ipse vivet propter me. Hic est panis, qui de coelo descéndit. Non sicut manducavérunt patres vestri manna, et mórtui sunt. Qui mandúcat hunc panem, vivet in aetérnum.

Seguito del S. Vangelo secondo Giovanni, 6, 56-59

In quel tempo, Gesù disse alle turbe dei Giudei: "La mia carne è veramente cibo, e il mio sangue è vera- mente bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, vive in me e io in lui. Come è vivo il Padre che mi ha mandato, e io vivo del Padre, così chi mangia la mia carne vive di me. Questo è il pane che discende dal cielo. Non come i vostri padri che mangiarono la manna e sono morti. Chi mangia questo pane vivrà in eterno".

Il venerdì successivo alla Domenica del Corpus Domini, la Chiesa festeggia la solennità del Sacro Cuore di Nostro Signore Gesù Cristo. Solitamente tale festa viene traslata alla domenica successiva per permettere ai fedeli di dare il dovuto culto al Signore durante la liturgia domenicale. Com'è evidente, dunque, si tratta di una solennità che la Chiesa mette in stretto legame con l'Eucarestia.

Il 16 giugno 1675, fu lo stesso Signore Gesù a chiedere alla Chiesa, in una rivelazione privata a santa Margherita Maria Alacoque, la grande mistica del Sacro Cuore, di istituire una festa dedicata a questa devozione. Quasi due secoli dopo, nel 1856, la Chiesa cattolica ha accolto nel calendario liturgico tale istruzione divina. 

Nel linguaggio biblico, il cuore non rappresenta l'amore, come invece avviene nel linguaggio comune. Il cuore rappresenta invece la volontà. Più in generale, la stessa parola amore nella Scrittura indica una volontà orientata al bene. Nella Bibbia l'uomo che ama è l'uomo che vuole ciò che è buono e giusto. Il motivo per cui diciamo che Dio è amore - come dice san Giovanni nella sua lettera - è il fatto che "vuole che tutti si salvino e giungano alla conoscenza della verità" (1Timoteo 2, 4), anche se non tutti l'accolgono. 

Adorare il Sacro Cuore di Gesù non significa pertanto - come sostengono protestanti, giansenisti e orientali - semplicemente adorare "un organo di Cristo", allo stesso modo con cui potremmo scegliere di adorarne gli occhi, il naso, le mani o i piedi. Significa invece contemplare la volontà dell'uomo Gesù che si conforma in tutto alla volontà del Padre. Adorare il Cuore di Gesù significa eleggere la volontà di Gesù come modello della nostra volontà, e desiderare anche noi di conformare in tutto la volontà propria alla divina volontà. In questo, in fondo, consiste la perfezione della vita cristiana e la stessa carità, che è la più importante delle virtù.

Per crescere nella divina volontà, tuttavia, abbiamo bisogno della grazia di Dio. Non è un obiettivo che possiamo conseguire con le nostre stesse forze. Per crescere in questa vita tutta mistica e tutta spirituale il Signore stesso si è fatto cibo nell'Eucarestia: un cibo tutto spirituale, che nutre l'anima e la grazia, e allo stesso tempo "veramente cibo" (Gv 6, 56), cioè un alimento sensibile, che può essere odorato e ingerito. Il Signore cambia la sostanza del pane e del vino nel suo corpo, sangue, anima e divinità. Ecco il più grande miracolo che Cristo abbia mai compiuto e mai compirà nella storia. Obbedendo alla volontà del Padre, Cristo ha donato la propria vita sulla croce e questo sacrificio si rinnova quotidianamente sull'altare nell'Eucarestia, affinché noi, nutrendoci di Lui come di vero pane, possiamo imparare a vivere nella stessa obbedienza alla volontà divina.

Gaetano Masciullo

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