sabato 20 maggio 2023

La pedagogia dell'Ascensione

Sequéntia S. Evangélii secundum Marcum 16, 14-20.

In illo témpore: Recumbéntibus úndecim discípulis, appáruit illis Iesus: et exprobrávit incredulitátem eórum, et durítiam cordis: quia iis, qui víderant eum resurrexísse, non credidérunt. Et dixit eis: Eúntes in mundum univérsum, praedicáte Evangélium omni creatúrae. Qui credíderit, et baptizátus fúerit, salvus erit: qui vero non credíderit, condemnábitur. Signa autem eos, qui credíderint, haec sequéntur: In nómine meo daemónia eiícient: linguis loquéntur nobis: serpéntes tóllent: et si mortíferum quid bíberint, non eis nocébit: super aegros manus impónent, et bene habébunt. Et Dóminus quidem Iesus, postquam locútus est eis, assúmptus est in coelum, et sedet a déxtris Dei. Illi autem profécti, praedicavérunt ubíque, Dómino cooperánte, et sermónem confirmánte, sequéntibus signis.

Seguito del S. Vangelo secondo Marco 16, 14-20.

In quel tempo, Gesù apparve agli Undici, radunatisi per mangiare, e rinfacciò la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano prestato fede a quelli che lo avevano visto resuscitato. E disse loro: "Andate per tutto il mondo, predicate il vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato, sarà salvo. Chi invece non crederà, sarà condannato. Ed ecco i miracoli che accompagneranno coloro che hanno creduto: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno serpenti e se avranno bevuto qualcosa di velenoso questo non farà loro male, imporranno le mani ai malati e questi guariranno". E il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in Cielo e siede alla destra di Dio. Essi se ne andarono a predicare per ogni dove, mentre il Signore li assisteva e confermava la parola con i miracoli che la seguivano.

L'Ascensione di Cristo Signore al Cielo è stato un evento pedagogico per gli Undici apostoli, ancora smarriti dopo lo scandalo della crocifissione del Maestro. 

San Tommaso d'Aquino bene spiega che la visione di Cristo che ascende al Cielo con il suo corpo serve alla Chiesa tutta per "l'aumento della Fede", perché, venendo meno la percezione sensoriale della presenza di Cristo fra di noi, capiamo che Egli avvolge nella sua presenza tutto ciò che esiste e che facciamo; è servita "al sollevamento della nostra Speranza", perché capissimo che il Bene cui dobbiamo aspirare è in alto e quindi difficile da raggiungere e tuttavia non impossibile, perché ce l'ha promesso Dio; è servita "ad innalzare l’affetto della Carità", cioè ad aggiustare la mira dei nostri desideri e orientarli verso le verità eterne e avere così una visione più completa sulla realtà (chi è in alto vede più lontano rispetto a chi è in basso).

Come ci racconta san Luca proprio all'inizio del suo secondo testo sacro, gli Atti degli apostoli, il luogo dell'Ascensione di Gesù in Cielo fu nell'Orto degli Ulivi, cioè il Getsemani, (Atti 1, 12), lo stesso luogo in cui il Figlio di Dio fu tradito e consegnato ai peccatori perché fosse crocifisso. Curioso notare che l'evangelista Marco, al quale - secondo una tradizione antica e veneranda - quell'Orto apparteneva, non menziona il luogo di questo grande avvenimento, ma in maniera stringata (come sempre fa questo vangelo) collega l'evento prodigioso alla missione apostolica di predicare la verità, convertire i cuori, battezzare e guarire i malati.

Il Signore Risorto, dice la Scrittura, si è seduto alla destra del Padre. Cosa intende comunicarci con quest'espressione? La destra è nel linguaggio biblico immagine della giustizia. La destra del Padre, pertanto, è un'espressione che fa riferimento alla somma giustizia, quella divina. "Sono venuto nel mondo per compiere un giudizio" (Giovanni 9, 39), dice il Signore nel vangelo, e la giustizia divina esige che lo stesso Figlio che ha redento l'umanità distribuisca attraverso la Chiesa, che misticamente partecipa del suo corpo piagato, i meriti per la salvezza, ma anche che riprenda quando è necessario i demeriti delle sue creature, che rifiutano l'amore di Dio per l'amore del mondo.

Il Signore è la "primizia di coloro che giacciono morti" (1 Corinzi 15, 20). Com'è risorto il Cristo, così risorgeremo anche noi, quando sarà restaurato il Regno di Israele (Atti 1, 6), che non è il regno terreno di Davide, ma un altro regno, un regno eterno del quale quello vetero-testamentario fu solo un immagine pallida: il regno del Paradiso, la Gerusalemme celeste, che nascerà alla fine dei tempi dopo il Giudizio Universale. Interessante notare come il Cristo sia risorto conservando su di sè i segni della Passione: è attraverso quella sofferenza, infatti, che Cristo ha meritato di essere giudice misericordioso e salvatore giusto dell'umanità.

Gaetano Masciullo

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