sabato 19 aprile 2025

La Resurrezione è il seme della nostra Fede

Sequéntia S. Evangélii secundum Mattheum 28, 1-7.

Vespere autem sabbati, quæ lucescit in prima sabbati, venit Maria Magdalene, et altera Maria, videre sepulchrum. Et ecce terræmotus factus est magnus. Angelus enim Domini descendit de cælo : et accedens revolvit lapidem, et sedebat super eum : erat autem aspectus ejus sicut fulgur : et vestimentum ejus sicut nix. Præ timore autem ejus exterriti sunt custodes, et facti sunt velut mortui. Respondens autem angelus dixit mulieribus : Nolite timere vos : scio enim, quod Jesum, qui crucifixus est, quæritis. Non est hic : surrexit enim, sicut dixit : venite, et videte locum ubi positus erat Dominus. Et cito euntes, dicite discipulis ejus quia surrexit : et ecce præcedit vos in Galilæam : ibi eum videbitis : ecce prædixi vobis. 

Seguito del S. Vangelo secondo Matteo 28, 1-7.

Passato il sabato, all'alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l'altra Maria andarono a visitare il sepolcro. Ed ecco che vi fu un gran terremoto: un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come la folgore e il suo vestito bianco come la neve. Per lo spavento che ebbero di lui le guardie tremarono tramortite. Ma l'angelo disse alle donne: «Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui. È risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: È risuscitato dai morti, e ora vi precede in Galilea; là lo vedrete. Ecco, io ve l'ho detto».

Questo passo è il cuore del Vangelo, la svolta decisiva nella storia della salvezza, il trionfo definitivo della Luce sulle tenebre, della Vita sulla morte, della Verità sull'errore, della Giustizia sul peccato. In esso si mostra tutta la sovranità di Cristo Re, non più umiliato, ma glorificato, non più coperto di piaghe, ma circondato di luce eterna.

Due donne pie, in silenziosa fedeltà, si recano al sepolcro: Maria di Màgdala, la peccatrice convertita, e l’altra Maria, figura della Madre Chiesa. Sono lì per onorare un morto, ma vi trovano la Vita. Così l’anima di Adamo — rimasta inchiodata alla Croce, inchiodata alla Legge di Dio, inchiodata alla liturgia, alla retta dottrina, alla penitenza — va nel buio del sepolcro per rimanere fedele senza sapere cosa aspettarsi in cambio, e qui trova e riceve la luce del Risorto.

Il terremoto non è solo fenomeno naturale, ma una vera e propria teofania: Dio scuote la terra per scuotere i cuori. La terra, infatti, nel linguaggio simbolico del vangelo, è immagine del cuore umano. La pietra rotolata è la fine del potere della morte e di satana, l’antico nemico, del silenzio imposto ai miserabili figli di Eva. L’angelo, seduto su quella pietra, è segno di dominio: ciò che chiudeva il corpo di Cristo ora è lo sgabello del Cielo.

“Voi non abbiate paura”. È l’annuncio costante del Cielo ai fedeli: non temete, voi che cercate il Crocifisso. L’angelo non annuncia un’ideologia, ma un fatto: “È risorto, come aveva detto.” Non allegoria, non mito: realtà storica e divina allo stesso tempo. La Tradizione, in questo passo, ritrova la sua sorgente: la fede nella Resurrezione non nasce dal sentimentalismo, ma dall’autorità apostolica, dalla testimonianza di Dio attraverso un messaggero celeste, dal sepolcro vuoto. E la missione che segue — “andate a dire” — è figura del mandato ecclesiale: la Chiesa non inventa, ma annuncia ciò che ha visto, udito, ricevuto.

Il modernismo tende a spiritualizzare, a demitizzare, a ridurre tutto a "esperienza di fede". Ma l’angelo non parla così: “Guardate il luogo dove era stato deposto”. La fede cristiana è credenza nei fatti oggettivi, non nei sentimenti personali, e quei fatti sono l’oggetto di una Tradizione viva e immutabile.

Infine, l'angelo dice: “vi precede in Galilea”. Cristo non attende i suoi nel tempio distrutto, né nella città che l’ha crocifisso, ma nella Galilea, luogo di inizio, di semplicità, di fedeltà originaria. La Galilea delle genti, segno della missione universale (cattolica) della Chiesa. Così il Risorto si fa trovare da chi torna all’inizio, da chi recupera l’essenziale. È lì che i discepoli lo vedranno, ed è lì che anche la Chiesa deve tornare: alla Galilea della Tradizione, della retta fede, del culto in spirito e verità.

Non è qui. È risorto. E da quel sepolcro vuoto nasce l’unica vera speranza: non nelle riforme, non nei compromessi col mondo, ma nella fedeltà al Signore crocifisso e risorto, che sempre precede i suoi lungo la via della vita eterna.

Gaetano Masciullo

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