Sequéntia sancti Evangélii secúndum Marcum 8, 1-9
In illo témpore: Cum turba multa esset cum Iesu, nec habérent, quod manducárent, convocátis discípulis, ait illis: Miséreor super turbam: quia ecce iam tríduo sústinent me, nec habent quod mandúcent: et si dimísero eos ieiúnos in domum suam, defícient in via: quidam enim ex eis de longe venérunt. Et respondérunt ei discípuli sui: Unde illos quis póterit hic saturáre pánibus in solitúdine? Et interrogávit eos: Quot panes habétis? Qui dixérunt: Septem. Et præcépit turbæ discúmbere super terram. Et accípiens septem panes, grátias agens fregit, et dabat discípulis suis, ut appónerent, et apposuérunt turbæ. Et habébant piscículos paucos: et ipsos benedíxit, et iussit appóni. Et manducavérunt, et saturáti sunt, et sustulérunt quod superáverat de fragméntis, septem sportas. Erant autem qui manducáverant, quasi quátuor mília: et dimísit eos.
Seguito del S. Vangelo secondo Marco 8, 1-9
In quel tempo, radunatasi molta folla attorno a Gesù, e non avendo da mangiare, egli, chiamati i discepoli, disse loro: "Ho compassione di costoro, perché già da tre giorni sono con me e non hanno da mangiare; e se li rimanderò alle loro case digiuni, cadranno lungo la via, perché alcuni di essi sono venuti da lontano". E gli risposero i suoi discepoli: "Come potremo saziarli di pane in questo deserto?" E chiese loro: "Quanti pani avete?" E risposero: "Sette". E comandò alla folla di sedersi a terra. E presi i sette pani, rese grazie e li spezzò e li diede ai suoi discepoli per distribuirli, ed essi li distribuirono alla folla. Ed avevano alcuni pesciolini, e benedisse anche quelli e comandò di distribuirli. E mangiarono, e si saziarono, e con i resti riempirono sette ceste. Ora, quelli che avevano mangiato erano circa quattro mila: e li congedò.
I celebri miracoli della moltiplicazione dei pani e dei pesci sono senza dubbio una prefigurazione del Sacramento dell'Eucaristia, che Nostro Signore Gesù Cristo avrebbe istituito più tardi, durante l'Ultima Cena, per il bene della Chiesa universale. Scrivo al plurale, poiché gli evangelisti riportano due miracoli di questo tipo, e quello che oggi la Chiesa proclama è il secondo in ordine di tempo. Il gesto di prendere i pani, rendere grazie, spezzarli e distribuirli richiama direttamente il racconto di Marco, dove si legge: "prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede loro" (Marco 14, 22).
Ma cosa vuole insegnarci questo miracolo dell'Eucaristia, oltre a ciò che già ci raccontano l'istituzione stessa e i grandi discorsi eucaristici di Giovanni o delle lettere paoline e apostoliche?
Nella Scrittura, i numeri non sono mai casuali. I santi agiografi, inclusi gli evangelisti, mettono in evidenza determinate cifre, gesti e dinamiche per alludere a significati più profondi, che superano i semplici avvenimenti storici. In questo caso, Marco sottolinea che gli apostoli avevano con sé soltanto "sette pani e pochi pesci". Questo dettaglio invita a una riflessione spirituale: gli apostoli erano così affascinati dal discorso di Gesù che dimenticavano persino i bisogni del corpo, trascurando che le scorte di cibo stavano rapidamente esaurendosi. In questo modo, gli apostoli pregustavano ciò che san Paolo avrebbe scritto più tardi: "Rivestitevi del Signore Gesù Cristo, e non abbiate cura della carne sì da destarne le concupiscenze" (Rm 13, 14).
Questa lezione spirituale ci invita a considerare come, nella nostra vita quotidiana, spesso ci preoccupiamo eccessivamente delle necessità materiali, dimenticando la dimensione spirituale e l'insegnamento di Cristo. Gesù, con questo miracolo, ci ricorda che è Lui il vero Pane della Vita, capace di soddisfare ogni nostra esigenza, ben oltre i limiti delle risorse umane. La fede e la fiducia in Lui ci conducono a una comprensione più profonda dell'Eucaristia, dove riceviamo non solo il nutrimento per il corpo, ma soprattutto la grazia e la vita eterna per l'anima.
I sette pani rappresentano, secondo l'autorevole insegnamento dei Padri, in particolare san Girolamo, i sette doni dello Spirito Santo, che Gesù ci ha insegnato a chiedere a Dio tramite la bellissima preghiera del Pater Noster. Da ciò comprendiamo come l'Eucaristia, vero pane disceso dal Cielo, moltiplichi e rafforzi in noi ciò che lo Spirito Santo ha seminato attraverso i suoi doni, proprio come Gesù moltiplica i sette pani e li distribuisce alla folla. Un altro particolare interessante è che non è Gesù a distribuire direttamente i pani alla folla, bensì lo fa tramite gli apostoli, così come nell'Antico Testamento Dio non diede direttamente a Israele la Legge, ma lo fece tramite Mosè. In questo modo la Scrittura sottolinea sempre l'importanza della mediazione della Chiesa per la distribuzione della grazia di Dio. L'Eucaristia produce in noi anche una sovrabbondanza di beni, rappresentata dalle sette ceste (ancora il numero sette) riempite dai pani avanzati.
C'è un ultimo numero importante su cui meditare in questo brano di Scrittura, ed è il numero delle persone che furono sfamate quel giorno da Gesù. Il Vangelo ci parla di quattromila uomini. Il quattro è un numero ambivalente nella Scrittura. Da un lato, rappresenta l'umanità, poiché quattro sono le virtù cardinali, cioè quelle che formano e perfezionano l'uomo da un punto di vista prettamente naturale. Dall'altro lato, i Padri hanno sempre intravisto nel numero quattro un simbolo del Nuovo Testamento e dei Vangeli. Allora i quattromila uomini raffigurerebbero gli uomini nuovi, redenti da Cristo e rinati nel battesimo alla vita nuova della grazia. L'Eucaristia è proprio l'alimento che nutre gli uomini della grazia e li sostiene in questa valle di lacrime.
Questa riflessione ci porta a considerare l'Eucaristia come il cuore pulsante della vita cristiana. È il Sacramento che ci unisce a Cristo in modo così intimo che diventa il fondamento della nostra santificazione e della nostra comunione con Dio e con i fratelli. Attraverso il segno del pane e del vino, Gesù rimane presente tra noi, alimentando la nostra fede e la nostra carità, trasformandoci progressivamente in Lui. Ogni volta che partecipiamo all'Eucaristia, siamo invitati a rinnovare il nostro impegno a vivere secondo il Vangelo, a essere testimoni autentici del suo amore e a costruire una comunità di fratelli unita nella fede e nella speranza.
Gaetano Masciullo