sabato 27 aprile 2024

Le tre accuse dello Spirito Santo

Sequéntia S. Evangélii secundum Ioánnem 16, 5-14.

In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis: Vado ad eum, qui misit me: et nemo ex vobis intérrogat me: Quo vadis? Sed quia haec locútus sum vobis, tristítia implévit cor vestrum. Sed ego veritátem dico vobis: éxpedit vobis ut ego vadam: si enim non abíero, Paráclitus non véniet ad vos: si autem abíero, mittam eum ad vos. Et cum vénerit ille, árguet mundum de peccáto, et de iustítia, et de iudício. De peccáto, quidem, quia non credidérunt in me: de iustítia vero, quia ad Patrem vado, et iam non vidébitis me: de iudício autem, quia prínceps huius mundi iam iudicátus est. Adhuc multa hábeo vobis dícere: sed non potéstis portáre modo. Cum autem vénerit ille Spíritus veritátis, docébit vos omnem veritátem. Non enim loquétur a semetípso: sed quaecúmque áudiet, loquétur, et quae ventúra sunt, annuntiábit vobis. Ille me clarificábit: quia de meo accípiet et annuntiábit vobis.

Seguito del S. Vangelo secondo Giovanni 16, 5-14.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Vado a Colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: dove vai? Ma perché vi ho dette queste cose, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico il vero: è necessario per voi che io me ne vada, perché se non me ne vado, non verrà a voi il Paraclito, ma quando me ne sarò andato ve lo manderò. E, venendo, Egli accuserà il mondo riguardo al peccato, riguardo alla giustizia e riguardo al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché io vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato. Molte cose ho ancora da dirvi, ma adesso non ne siete capaci. Venuto però lo Spirito di verità, vi insegnerà tutta la verità. Egli infatti non vi parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito: vi annunzierà quello che dovrà arrivare. Egli mi glorificherà, perché ciò che riceverà da me lo annunzierà anche a voi".

Nella Quarta Domenica dopo Pasqua, il brano evangelico proclamato dalla Chiesa contiene una delle profezie di Gesù riguardanti la Pentecoste, ossia il momento in cui lo Spirito Santo sarà inviato sugli apostoli e su Maria, istituendo così ufficialmente la Chiesa.

L'episodio odierno si apre con parole che trasmettono una sensazione di amarezza e delusione da parte di Cristo. Dopo aver profetizzato il suo ritorno "a Colui che mi ha mandato" (anticipando così l'Ascensione), Gesù sembra aspettarsi una domanda precisa dai suoi discepoli: "Dove vai?" 

Tuttavia, tale domanda non giunge. Questa situazione potrebbe apparire contraddittoria a più di qualcuno, considerando che nel vangelo secondo Giovanni due apostoli rivolgono a Gesù esattamente questa domanda: "Dove vai?", in risposta alle sue profezie sugli ultimi avvenimenti della sua vita terrena. Il primo a farlo è san Pietro, durante l'Ultima Cena (cfr. Gv 13, 36), mentre il secondo è san Tommaso, che chiede: "Signore, non sappiamo dove vai, e come possiamo conoscere la via?" (Gv 14, 5). Risulta quindi sorprendente che Gesù ora sembri lamentarsi del fatto che nessuno gli abbia chiesto dove stia andando.

Il Signore Gesù adotta una pedagogia progressiva, dalla quale dovremmo prendere esempio. "Ho ancora molte cose da dirvi - leggiamo nella pagina odierna - ma per il momento non siete in grado di comprenderle". Sembra quasi implicare: "Nel momento in cui dovreste chiedermi dove vado, non lo fate; quando invece non potete capire la risposta, allora mi rivolgere la domanda". Ogni domanda ha il suo momento. La Verità, rappresentata dal deposito della fede che la Chiesa nascente, attraverso i Dodici, dovrà custodire e trasmettere, è Cristo stesso: "Io sono la Via, la Verità e la Vita" (Giovanni 14, 6). La Verità però richiede un cuore puro, disposto ad accoglierla come merita. Un cuore ben disposto è la volontà che pone al secondo posto i propri desideri e al primo posto i diritti di Dio.

San Tommaso d'Aquino paragona i sette Sacramenti alle fasi della vita biologica umana, poiché - afferma - la vita del corpo riflette la vita dello spirito, e viceversa. I Sacramenti non riguardano l'intelletto (altrimenti saremmo gnostici,). La Pentecoste, che ci ricorda il Sacramento della Confermazione, equivale per l'anima a ciò che la fine dell'adolescenza significa per il corpo fisico umano. Se l'alimentazione rafforza il corpo e fornisce energia per svolgere le funzioni vitali, e tale ruolo spiritualmente analogo è svolto nella vita spirituale dall'Eucaristia, il raggiungimento della maturità del corpo serve anche a difendersi dai nemici esterni e tale ruolo spiritualmente analogo è svolto dalla Confermazione.

Lo Spirito Santo, che procede dal Padre e dal Figlio, porta avanti la missione annunciata da Gesù: "quello che riceverà da me lo annunzierà anche a voi". La sua potenza si manifesta attraverso una triplice azione nei confronti del mondo, specialmente verso coloro che si allontanano dalla vita divina. Non è casuale che Gesù usi il verbo latino latino arguo, che significa "accusare".

La prima accusa riguarda il peccato per antonomasia, cioè il peccato originale, la superbia di conoscere e rifondare la realtà. Questa pretesa è intesa come violazione dell'Alleanza tra l'uomo e Dio, che poi si manifesta nel rifiuto di accettare la Rivelazione di Cristo. Da questa mancanza di fede derivano tutti gli altri peccati: ecco perché tale peccato è il peccato per eccellenza. La seconda accusa riguarda la giustizia, poiché Gesù dice: "io vado al Padre e voi non mi vedrete più". Se il mondo sceglie di respingere Cristo, è giusto che non ne goda più della sua presenza. La terza accusa riguarda il giudizio, cioé la sentenza di condanna, il culmine della Storia: la sconfitta del principe di questo mondo, il diavolo, colui che ha introdotto il peccato e quindi la morte nel mondo. Anche noi, dopo gli apostoli, siamo chiamati a portare nel mondo il fuoco e la spada dello Spirito Santo, testimoniando che la vittoria è possibile solo attraverso la Croce e la Resurrezione della Verità incarnata.

Gaetano Masciullo

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