sabato 9 marzo 2024

Le Consolazioni di Cristo compendiate nell'Eucarestia

Sequéntia S. Evangélii secundum Ioánnem 6, 1-15.

In illo témpore: Ábiit Iesus trans mare Galilaéae, quod est Tiberíadis: et sequebátur eum multitúdo magna, quia vidébant signa, quae faciébat super his, qui infirmabántur. Súbiit ergo in montem Iesus: et ibi sedébat cum discípulis suis. Erat áutem próximum Pascha, dies festus Iudaeórum. Cum sublevásset ergo óculos Iesus, et vidísset quia multitúdo máxima venit ad eum, dixit ad Philíppum: Unde emémus panes, ut mandúcent hi? Hoc áutem dicébat tentans eum: ipse enim sciébat quid esset factúrus. Respóndit ei Philíppus: Ducentórum denariórum panes non suffíciunt eis, ut unusquísque módicum quid accípiat. Dicit ei unus ex discípulis eius, Andréas frater Simónis Petri: Est puer unus hic, qui habet quinque panes hordeáceos, et duos pisces: sed haec quid sunt inter tantos? Dixit ergo Iesus: Fácite hómines discúmbere. Erat áutem foenum multum in loco. Discubuérunt ergo viri, número quasi quinque míllia. Accépit ergo Iesus panes, et cum grátias egísset, distríbuit discumbéntibus: simíliter et ex píscibus quantum volébant. Ut áutem impléti sunt, dixit discípulis suis: Collígite quae superavérunt fragménta, ne péreant. Collegérunt ergo, et implevérunt duódecim cóphinos fragmentórum ex quinque pánibus hordeáceis, quae superfuérunt his, qui manducáverant. Illi ergo hómines cum vidíssent quod Iesus fécerat signum, dicébant: Quia hic est vere Prophéta, qui ventúrus est in mundum. Iesus ergo cum cognovísset, quia ventúri essent ut ráperent eum, et fácerent eum regem, fugit íterum in montem ipse solus.

Seguito del S. Vangelo secondo Giovanni 6, 1-15.

In quel tempo, Gesù se ne andò aldilà del mare di Galilea, cioè di Tiberiade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che egli faceva su coloro che erano infermi. Gesù salì quindi sopra un monte e qui si sedette con i suoi discepoli. Era infatti prossima la Pasqua, festa dei Giudei. Quando dunque Gesù alzò gli occhi, e avendo visto che una enorme moltitudine veniva da lui disse a Filippo: "Dove compreremo il pane perché questi ne mangino?". Disse infatti ciò per metterlo alla prova: egli infatti sapeva cosa stava per fare. Filippo gli rispose: "Una quantità di pane del valore di duecento danari non è sufficiente per costoro, perché ognuno riceva un piccolo pezzo". Gli disse uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: "C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci, ma cosa è questo per tanta gente?". Ma Gesù disse: "Fate sedere gli uomini". C'era infatti molta erba sul posto. E quegli uomini si misero a sedere ed erano quasi cinquemila. Gesù prese dunque i pani, rese grazie e li distribuì a coloro che si erano seduti, e così fece per i pesci, finché ne vollero. Saziati che furono, disse ai suoi discepoli: "Raccogliete gli avanzi, affinché non vadano a male". Li raccolsero e riempirono dodici canestri di frammenti dei cinque pani di orzo che erano avanzati a coloro che ne avevano mangiato. E questi, quindi, veduto il segno fatto da Gesù, dissero: "Costui è veramente quel profeta che doveva venire nel mondo". Ma Gesù, sapendo che sarebbero venuti a prenderlo con la forza per farlo re, fuggì di nuovo da solo sul monte.

La Quarta Domenica di Quaresima è anche conosciuta come Domenica della Letizia o Domenica in Laetare, perché l'introito liturgico che risuona da secoli recita: Laetáre, Ierúsalem – “Allietati, Gerusalemme.”

Il richiamo a Gerusalemme, città simbolo della vita spirituale, è un invito a gioire. Coloro che amano Gerusalemme sono chiamati a esultare con essa, a condividere la sua consolazione. Questo messaggio proviene dal libro di Isaia (66,10-11), e ci ricorda che anche nei momenti di penitenza e riflessione, la gioia può e anzi deve essere presente.

Finora, il nostro cammino quaresimale ha attraversato diversi temi, in realtà già a partire dalla Domenica di Settuagesima. Li ripercorriamo rapidamente nominandoli: il peccato, il castigo, la conversione, la penitenza, la tentazione, il giudizio, la perseveranza. Il tema di questa Domenica è la consolazione. 

Oggi, la Chiesa ci presenta un altro segno: la moltiplicazione dei pani e dei pesci. Questo episodio evangelico ci ricorda la provvidenza divina, la capacità di Dio di moltiplicare le risorse quando sembrano scarse. Il sacerdote, indossando paramenti rosa, anticipa la resurrezione, mescolando questo colore alla penitenza violacea. È un segno di speranza, un invito alla perseveranza.

La Quaresima volge al termine, e già intravediamo la Settimana di Passione, culmine della missione terrena di Nostro Signore Gesù Cristo. La perseveranza con cui stiamo percorrendo questo cammino non deve essere vista come occasione di afflizione o di durezza, bensì come una fonte di letizia. Il Paradiso non è solo un futuro lontano: inizia già qui, nella nostra vita quotidiana.

Il tema della consolazione divina ci viene presentato nell'episodio evangelico della moltiplicazione dei pani e dei pesci. La moltitudine che si raduna attorno a Gesù rappresenta la stessa Chiesa, un insieme di anime assetate di verità e di amore. Questa folla, nella sua fame materiale, simboleggia anche la nostra fame spirituale. Cristo, vedendo questa necessità, si rivolge all’apostolo Filippo con una domanda apparentemente pratica: “Dove compreremo il pane perché questi ne mangino?”.

Filippo, l’apostolo desideroso di conoscenza celeste, non riesce ancora a vedere oltre i segni tangibili. La sua richiesta di vedere il Padre - in un altro passo del vangelo secondo Giovanni - sarà sincera, ma Gesù gli rivelerà che la risposta è già presente in Lui stesso: “Chi ha visto me ha visto il Padre.” Qui emerge la verità che ogni bene, sia materiale che spirituale, proviene dal Padre attraverso Cristo.

Dio, nella sua infinita bontà e sapienza, si rivolge a noi attraverso ciò che possiamo percepire con i sensi. La nostra esperienza corporea è parte integrante della nostra vita spirituale. Ecco perché Dio si è fatto Uomo per rivelarsi a noi. La moltiplicazione dei pani e dei pesci è un segno tangibile, dunque, della sua Provvidenza e della sua grazia.

In questo tempo di Quaresima, ricordiamoci che meritare i beni da Dio non è solo una questione di giustizia, ma anche di apertura del nostro cuore a Dio. La nostra fame di grazia può essere saziata in particolare attraverso l’Eucarestia, il massimo dei Sacramenti, che Cristo ci ha lasciato come sua eredità. Così come i pani e i pesci si moltiplicarono per sfamare la folla, così anche la grazia di Dio si riversa su di noi, nutrendoci e guidandoci verso la vita eterna. 

La giustizia, intesa come dare a ciascuno ciò che merita, e la misericordia, che invece dona ciò di cui ciascuno ha bisogno, sembrano due attributi opposti. Tuttavia, in Dio, queste due qualità convergono. Egli non può essere giusto senza misericordia, né misericordioso agendo ingiustamente. L’episodio della moltiplicazione dei pani e dei pesci ci offre una prospettiva su questa apparente tensione. Gesù, vedendo la folla affamata, riconosce il loro bisogno sia materiale che spirituale. Qui risiede la misericordia divina: la capacità di vedere oltre l’apparenza e rispondere alle necessità più profonde.

Tuttavia, Gesù sa anche che il cibo deve essere procurato in qualche modo. La sua domanda a Filippo, “Dove compreremo il pane?”, rivela la giustizia implicita alla misericordia. La Provvidenza divina non annulla la necessità di agire con giustizia. Dio opera attraverso mezzi tangibili, come il cibo che sfama la folla. Allora il digiuno quaresimale, unito alla Passione di Cristo, diventa il prezzo per ottenere i beni celesti. L’Eucarestia, il sommo “ringraziamento” sacramentale, sintetizza tutto ciò. In essa, siamo grati a Dio per ogni bene ottenuto in questa vita. La giustizia e la misericordia si intrecciano, e noi, come credenti, siamo chiamati a vivere in questa tensione, riconoscendo che il nostro destino eterno è già avviato. 

Gaetano Masciullo

Nessun commento:

Posta un commento

La poca fede degli israeliti contro la grande fede dei pagani?

Sequéntia S. Evangélii secundum Matthaéum 8, 1-13. In illo témpore: Cum descendísset Iesus de monte, secútae sunt eum turbae multae: et ecce...