martedì 31 ottobre 2023

La santità, nostra meta

 

Sequéntia sancti Evangélii secúndum Matthǽum 5, 1-12.
In illo témpore: Videns Iesus turbas, ascéndit in montem, et cum sedísset, accessérunt ad eum discípuli eius, et apériens os suum, docébat eos, dicens: Beáti páuperes spíritu: quóniam ipsórum est regnum cœlórum. Beáti mites: quóniam ipsi possidébunt terram. Beáti, qui lugent: quóniam ipsi consolabúntur. Beáti, qui esúriunt et sítiunt iustítiam: quóniam ipsi saturabúntur. Beáti misericórdes: quóniam ipsi misericórdiam consequéntur. Beáti mundo corde: quóniam ipsi Deum vidébunt. Beáti pacífici: quóniam fílii Dei vocabúntur. Beáti, qui persecutiónem patiúntur propter iustítiam: quóniam ipsórum est regnum cælórum. Beáti estis, cum maledíxerint vobis, et persecúti vos fúerint, et díxerint omne malum advérsum vos, mentiéntes, propter me: gaudéte et exsultáte, quóniam merces vestra copiósa est in cœlis.

Seguito del S. Vangelo secondo Matteo 5, 1-12.

In quel tempo, Gesù, vedendo le turbe, salì sulla montagna. Sedutosi, ed avvicinatisi a Lui i suoi discepoli, così prese ad ammaestrarli: beati i poveri di spirito, perché di questi è il regno dei cieli. Beati i miti, perché possederanno la terra. Beati quelli che piangono, perché saranno consolati. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per amore della giustizia, perché di questi è il regno dei cieli. Beati siete voi, quando vi malediranno, vi perseguiteranno, e, mentendo, diranno di voi ogni male per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.

Cos'è la santità? È l'ambizione - o almeno, dovrebbe essere - di tutti noi credenti. In cosa consiste la santità? Nel conservare la grazia di Dio, cioè vivere lontani dal peccato, almeno mortale, e per fare ciò bisogna anzitutto osservare i dieci Comandamenti di Dio, i cinque precetti della Chiesa, frequentare assiduamente i Sacramenti, in particolare la Confessione e l'Eucarestia. Tutto questo però non basta: tutte queste cose stanno alla santità come le scuole elementari stanno all'uomo adulto.

Sicuramente sono cose necessarie per il cristiano, e per ottenere salvezza è necessario passare per esse, ma siamo chiamati sin da questa vita a essere "perfetti come il Padre" e tale perfezionamento della santità si vive godendo dei doni dello Spirito Santo, che è possibile avere solo se si impara a vivere nella grazia. Il peccato mortale, infatti, ogni qualvolta lo si compie, caccia lo Spirito Santo dall'anima, ed è simile a un uomo che caccia il padrone dalla sua legittima casa per insediarvi un ladro; o a un prete che caccia Dio dal tempio che Egli ha voluto costruire per sè per mettere al suo posto un idolo falso e bugiardo; oppure è come una moglie che caccia il marito dal proprio talamo per mettervi al suo posto un omicida e un perverso. 

Quando invece lo Spirito Santo inabita con la grazia, cioè con tutto se stesso, la casa dell'anima, ecco che Egli reca con sè i suoi santi sette doni, come fa un ospite illustre e ben gradito quando viene invitato sotto il nostro tetto: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui - dice il Signore - [e] il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto" (Gv 14, 23.26). Ora i sette doni sono sette virtù infuse che servono a corroborare le virtù fondamentali, cioè le tre virtù teologali (fede, speranza, carità) e le quattro virtù cardinali (prudenza, fortezza, temperanza, giustizia).

I santi, dunque, sono coloro che hanno saputo non solo custodire i doni dello Spirito Santo, ma anche fruttificarli. Le Beatitudini, allora, sono l'elenco che Gesù fa per illustrare in cosa consista la santità vera. Noi sappiamo che i sette doni sono sapienza, intelletto, scienza, consiglio, fortezza, pietà e timor di Dio. Le Beatitudini descrivono il merito e il premio che i doni causano nell'anima del santo. Esse sono otto, cioè una in più rispetto ai doni, perché l'ultima riepiloga il merito e il premio comune a tutte le precedenti, e cioè: "Beati voi quando vi malediranno, vi perseguiteranno, e, mentendo, diranno di voi ogni male per causa mia: rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli". L'odio del mondo è una conseguenza inevitabile per coloro che amano Dio, ma dalla sopportazione dell'odio mondano (merito) scaturisce il Paradiso (premio).

Vediamo invece velocemente a cosa si riferiscono le sette Beatitudini precedenti. Il dono che corrobora la virtù della speranza è il timore di Dio, che rende "poveri in spirito" di desideri fallaci, ma ricchi di desideri celesti (merito), e ci fa vivere il Regno di Dio già su questa terra (premio). Il dono che corrobora la virtù della fortezza, e che prende lo stesso nome, rende miti (merito) ed eredi del mondo futuro (premio). La fede è corroborata da due doni dello Spirito Santo: uno è il dono della scienza, che dà come merito quello di "essere nel pianto", cioè di soffrire quando si assiste a tanto male che l'umanità per ignoranza, ingratitudine o malignità commette, e come premio quello di essere consolati nientemeno che da Dio stesso. 

Il dono che corrobora la virtù della giustizia è la pietà, cioè la sottomissione volontaria e arrendevole alla volontà di Dio, che come un sole interiore diffonde i propri raggi e ci rende desiderosi di giustizia in ogni ambito (merito), desiderio che sarà soddisfatto dallo stesso Dio, somma giustizia (premio). Il dono che corrobora la prudenza è il consiglio, che ci fa agire sempre secondo la regola della misericordia (merito) e che ci ottiene da Dio misericordia (premio). L'altro dono che corrobora la fede è l'intelletto, che ci fa penetrare le verità divine con "cuore puro", cioè senza le lenti corrotte del peccato (merito) e, di conseguenza, ci fa vedere Dio che è somma verità (premio). Il dono che corrobora la carità è la sapienza, che ci rende "operatori di pace", cioè dà a ogni nostra azione la capacità di infondere nell'anima nostra un senso di pace costante (merito), e ci rende immagine vera del Figlio di Dio, re di pace (premio). 

Gaetano Masciullo

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