La Chiesa proclama oggi, nella forma straordinaria del rito romano, la famosa parabola del grano e della zizzania. Questa parabola è davvero ricca di significati e di spunti di riflessione, ma forse - visto il periodo storico molto particolare di crisi generale della fede cattolica, non solo nella società civile e cosiddetta "laica", ma anche (cosa più sconvolgente) all'interno della gerarchia ecclesiastica - è opportuno soffermarsi su un senso di lettura in particolare.
Da notare che in latino il padrone del campo, che all'interno della parabola rappresenta Dio, è chiamato con l'espressione paterfamilias - cioè "padre di famiglia". E' un aspetto che viene solitamente ignorato. Dio non è presentato come un proprietario terriero, ma come un padre di famiglia che amministra molti beni. Il campo amministrato da Dio e dai suoi "servi", che qui rappresentano gli angeli, è quindi il mondo, cioè l'intera umanità. Il seminatore - che è immagine di Cristo - semina buon seme, cioè il vangelo e tutti i suoi sacramenti e segni di salvezza, che laddove attecchiscono danno vita al grano, simbolo della Chiesa.
Ma la Chiesa, pur essendo una e distinta in se stessa e agli occhi della Trinità, a livello umano può ben confondersi tra chi e con chi non è credente. La zizzania, pertanto, ossia i "figli del Maligno", come li chiamerà Gesù stesso quando spiegherà la parabola ai suoi apostoli (cfr. Mt 13, 36-43), difficilmente può essere distinta di primo acchito. Anche all'interno della Chiesa è così.
Se prendiamo in mano uno stelo di grano e uno di zizzania, noteremo che essi sono quasi identici. Bisogna avere grande esperienza per saperli distinguere, altrimenti rischieremo di cadere nell'inganno e bruceremo il grano insieme alla zizzania, oppure addirittura salveremo la zizzania e condanneremo il grano. Questa parabola pertanto ci insegna almeno una cosa. Quante volte siamo tentati di voler rinunciare alla Chiesa per gli scandali e gli abusi che avvengono all'interno, di ogni sorta? C'è solo un esperto "agronomo" nella Chiesa. Solo uno sa distinguere nella Chiesa cosa è grano e cosa è zizzania e quest'uno è Dio. Certamente, abbiamo tutti gli strumenti per saperli distinguere a nostra volta (e questi strumenti, che costituiscono il deposito della fede, ci sono stati consegnati proprio da lui), ma dobbiamo saperli usare e soprattutto dobbiamo coltivare la prudenza, la virtù cardinale per eccellenza.
Certamente, nella Chiesa c'è - così come al di fuori di essa - molta zizzania. Ma questo non deve scoraggiarci o farci perdere la santa speranza. Anzi, al contrario, deve farci riflettere sul fatto che anche noi possiamo essere zizzania anziché grano, motivo di scandalo per i nostri fratelli. La zizzania è infatti un'erba molto infestante, a differenza del grano, che cioè si moltiplica facilmente e soffoca le piante che la circondano. Così avviene anche con chi opera il male: questi sono più seducenti di chi opera il bene, ma chi opera il bene è destinato nella sua perseveranza ad avere la meglio è vincere. E' una promessa di Dio.
Gaetano Masciullo
Nessun commento:
Posta un commento