sabato 29 maggio 2021

Festa della Santa Trinità 2021


La Trinità è sicuramente il mistero più alto della teologia cattolica. La parola ‘mistero’ viene dal greco myo, che significa ‘socchiudere’: quando cerchiamo di osservare qualcosa che è in direzione del sole, socchiudiamo gli occhi, perché la luce dell’astro è talmente forte da abbagliarci e impedirci la vista. Sono infatti due le cause di cecità in un occhio sano: l’assenza di luce o l’eccesso di luce. La stessa cosa avviene per l’anima: l’occhio non vede per assenza di luce, ossia perché il peccato ostruisce, funge da ostacolo alla conoscenza divina; ma può darsi anche che non veda per eccesso di luce, perché l’intelletto umano è per natura impossibilitato a comprendere Dio nella sua interezza, che è qualcosa di infinitamente superiore. Ora la Trinità è la stessa essenza di Dio, dunque è impossibile da parte nostra comprenderla con perizia. Eppure, lo stesso Dio viene incontro al nostro limite e si è fatto conoscere attraverso le sue stesse parole, particolarmente in Cristo Signore, il quale ha detto: «Andate, dunque, e istruite tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, e insegnando loro ad osservare tutto quello che vi ho comandato» (Matteo 28, 19-20a).

Nel corso dei secoli, tanti esempi sono stati fatti per cercare di comprendere e trasmettere il concetto di “Dio uno e trino”. Il dogma cattolico insegna che Dio è unico – non ve ne sono altri - e uno – cioè non è divisibile in parti. Prima di dire che cosa è Dio, allora, bisogna capire che cosa non è Dio, così da liberarci dai modi sbagliati di concepire il Dio trino. Anzitutto, la Trinità non significa che ci sono tre individui divini, altrimenti cadremmo nel politeismo e questo è incompatibile con la nostra Fede: credo in unum Deum. Poi, la Trinità non indica tre modi di essere dello stesso Dio (così che lo stesso individuo quando crea si chiama Padre, quando salva si chiama Figlio e quando santifica si chiama Spirito): cadremmo nel modalismo, che è eresia condannata dalla Chiesa.

Ma allora che cosa è la Trinità? La Chiesa insegna che Dio è tre persone: Padre, Figlio e Spirito Santo. Una persona è qualcuno che esiste senza il bisogno di altro (sussistente) e che ha natura razionale: ecco perché gli animali, tecnicamente, non sono definibili come persone, al contrario degli uomini, degli angeli e di Dio. La teologia però definisce le tre persone divine anche come relazioni sussistenti. L’espressione, apparentemente difficile, non deve spaventare. I singoli uomini sono persone e, in effetti, ognuno di essi è sussistente, il che significa che per esistere non ha bisogno di qualcos’altro. Nel caso dell’uomo, però, le sue relazioni non sono sussistenti: ogni volta che ci relazioniamo con qualcosa di esterno (amiamo, odiamo, camminiamo, mangiamo, etc.) non possiamo dire che le nostre relazioni possono esistere senza di noi. Noi siamo corpi e tutte le nostre relazioni dipendono da noi.

Per Dio invece non è così: non c’è distinzione tra quello che Dio è e quello che Dio fa, altrimenti non sarebbe più un ente semplice. Allora possiamo dire che, a differenza nostra, Dio è le sue stesse relazioni. Io e il mio amico siamo due persone e due individui, mentre il Padre e il Figlio in Dio sono un individuo e due persone, perché le relazioni divine non dipendono da altro. Ma abbiamo anche detto che una persona è tale anche perché ha natura razionale. Allora queste tre relazioni non solo sono persone perché insieme formano l’unica sostanza divina, ma anche perché formano una sostanza intelligente.

Forse il modo migliore per capire la Trinità è quello di guardarci dentro. Infatti, come diceva sant’Agostino, la creazione è immagine di Dio e in essa possiamo trovare segni che ci aiutano a comprenderlo meglio. Come noi assomigliamo ai nostri genitori perché essi ci hanno procreato, così tutte le cose che sono nell’universo assomigliano in qualche misura alla Trinità, perché Dio ha creato tutte le cose. Ora noi vediamo che in noi ci sono tre facoltà principali: memoria, intelligenza e volontà. La nostra coscienza è dovuta alle relazioni che ci sono tra queste facoltà: ricordo di conoscere e ricordo di volere; so di ricordare e so di volere; voglio ricordare e voglio sapere. In questa triplice relazione c’è una sola coscienza e nessuna di queste relazioni viene prima dell’altra: così in Dio, nessuna relazione viene prima dell’altra e ogni relazione è fuori dal tempo, è eterna, e le tre relazioni formano un solo Dio.

In Dio, le tre relazioni si chiamano paternità, filiazione e spirazione. C’è poi anche una quarta relazione, che si chiama processione, e che attraversa, unisce le prime tre. Il Padre è la relazione divina da cui ha origine se stesso e il mondo e per questa ragione Dio è onnipotente e tale potenza è condivisa anche dal Figlio e dallo Spirito Santo (“ricordo di sapere e ricordo di volere”). Il Figlio è la relazione divina che riceve l’origine, quasi ad aprirsi sul mondo e all’Incarnazione, e per questa ragione Dio è onnisciente e tale onniscienza procede dal Padre ed è condivisa dallo Spirito Santo (“so di ricordare e so di volere”). Lo Spirito Santo è la relazione divina che procede dal Padre e dal Figlio e per questa ragione Dio è volontà del bene, che noi chiamiamo Amore o Carità (“voglio ricordare e voglio sapere”).  

Gaetano Masciullo

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