sabato 15 maggio 2021

Domenica di Ascensione

 

Oggi, domenica 16 maggio 2021, la Chiesa festeggia in esterno la solennità dell’Ascensione di Nostro Signore Gesù Cristo. La Pasqua, l’Ascensione e la Pentecoste rappresentano tre momenti culmine della storia della salvezza e, a ragione, questi tre eventi possono essere accostati alle tre virtù teologali: la fede, la speranza e la carità. La Resurrezione del Cristo, infatti, dopo tre giorni nel sepolcro, ha manifestato in maniera soprannaturale che davvero la Croce non è stata un incidente di percorso, ma un atto voluto e preordinato da Dio, al fine di offrire al Padre un sacrifico così grande da riscattare tutti coloro che decideranno di accogliere deliberatamente il Signore dal peccato originale e personale.

Quaranta giorni sono trascorsi da quel meraviglioso giorno e gli apostoli sono stati progressivamente educati dalle apparizioni del Signore a disaffezionarsi alla presenza fisica di Gesù per dedicarsi interamente alla sua presenza mistica, ossia la Chiesa. L’Ascensione, dunque, può essere bene associata alla virtù della speranza o fiducia. La fiducia, infatti, è cosa diversa dalla fede. Se la fede è l'adesione dell'intelletto alle verità rivelate, ossia la conoscenza di almeno quei dogmi fondamentali che il solo intelletto naturale non può conoscere (unità e trinità di Dio, incarnazione, redenzione, etc.), la speranza o fiducia è l'abitudine affettiva ad aspettare i beni necessari da Dio. Come spiega san Tommaso d'Aquino, spesso alcune parole ricevono il proprio nome dalla causa e così la fiducia si chiama in questo modo perché è generata dalla fede. Infatti, noi aspettiamo ogni bene da Dio perché sappiamo per fede che Dio è provvidente. 

Ecco perché, nel vangelo odierno, il resoconto dell'Ascensione è anticipato da un rimprovero amaro da parte di Gesù nei riguardi degli apostoli: «[Egli] rinfacciò a essi la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano prestato fede a quelli che lo avevano visto resuscitato». La fede dunque è condizione necessaria per avere speranza. Ma è anche vero che le virtù teologali non si raggiungono con le proprie umane forze, ma le si ricevono solo per volontà divina. E' necessario pertanto il ministero apostolico: «Chi crederà e sarà battezzato, sarà salvo: chi poi non crederà, sarà condannato». Un monito duro, che deve farci riflettere e farci crescere. Attraverso il Battesimo riceviamo la grazia della fede. Certamente, tale fede deve essere apparecchiata dalla predicazione e da segni, anche straordinari, da parte dei ministri di Dio. La predicazione infatti apre alla ragionevolezza della nostra fede, instilla gli anticorpi contro gli errori e le false dottrine del mondo, costringe la volontà a desiderare il perfezionamento morale. 

Se il Signore non è più costantemente vicino a noi con la presenza corporea, lo è certamente con la presenza della divinità. Eppure, anche fisicamente il Signore ha desiderato essere vicino a noi, nell'Eucarestia, se pensiamo che ogni ostia consacrata è Cristo vivo e vero. L'Eucarestia compendia in maniera mirabile fede e speranza. Infatti, per sola fede sappiamo che quell'ostia è trasformata sostanzialmente nel corpo, sangue, anima e divinità di Gesù Cristo: «Sulla croce era nascosta la sola umanità, mentre qui [nell'Eucarestia] si nasconde anche l'umanità», così canta l'inno Adoro te devote. Eppure, da un così grande mistero aspettiamo il bene spirituale: ecco la dimensione eucaristica legata alla speranza. Il Signore ascende al cielo, verso l'alto, perché verso l'alto dobbiamo orientare i nostri desideri ultimi, cioè verso il vero Bene, che non muore mai.

Gaetano Masciullo

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