Sequéntia S. Evangélii secundum Matthaéum, 28, 18-20.
In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis: Data est mihi omnis potéstas in coelo et in terra. Eúntes ergo docéte omnes gentes, baptizántes eos in nómine Patris, et Fílii, et Spíritus Sancti: docéntes eos serváre ómnia, quecúmque mandávi vobis. Et ecce ego vobíscum sum ómnibus diébus, usque ad consummatiónem saéculi.
Seguito del S. Vangelo secondo Matteo, 28, 18-20.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Mi è dato ogni potere in cielo e in terra. Andate, dunque, e istruite tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, e insegnando loro ad osservare tutto quello che vi ho comandato. Ed ecco che io sarò con voi tutti i giorni fino alla consumazione dei secoli.
San Tommaso d'Aquino insegnava che la Trinità è meglio rappresentata come una concatenazione di tre anelli piuttosto che come un triangolo, come spesso viene fatto. Egli riteneva che questa rappresentazione rispecchiasse più accuratamente il rapporto di generazione tra il Padre e il Figlio e di processione dello Spirito Santo dal Padre e dal Figlio. Al contrario, il triangolo non chiarisce adeguatamente la processione dello Spirito Santo: una questione teologica che ha portato gli scismatici orientali, che credono nella processione dello Spirito Santo dal solo Padre, a preferire il triangolo come simbolo trinitario.
Questi temi, pur apparendo come sottili distinzioni teologiche, hanno un'importanza profonda che va oltre la comprensione superficiale del dogma trinitario. Se la Chiesa ha infatti ritenuto fondamentale inserire nel Credo la processione dello Spirito Santo dal Padre e dal Figlio, cosa che recitiamo ogni Domenica, ciò sottolinea che tutti i cristiani sono chiamati a credere e comprendere questo dogma di Fede.
Cosa significa tutto questo? Dio è il modello di tutto ciò che esiste. Quando si rivelò a Mosè nel roveto ardente, dichiarò che il suo nome era "Io sono colui che sono", indicando così che tutte le realtà del creato, inclusi gli esseri umani, con le loro differenze e molteplicità, trovano in Dio la propria origine e perfezione. Tutto ciò che esiste è fatto a immagine di Dio, ma solo l'uomo è creato anche a sua somiglianza. Attraverso la libertà e la grazia, l'uomo può diventare simile a Dio, un alter Christus. Tuttavia, tutte le creature sono contingenti, mentre solo Dio è necessario e può affermare veramente "Io sono".
La semplicità di Dio si manifesta nell'assenza di molteplicità, parti o differenze in Lui. Tuttavia, la Chiesa insegna, sulla base della Rivelazione di Cristo, che Dio è unico e, allo stesso tempo, trino. Questa verità pone una sfida alla nostra mente, poiché nel mondo sensibile ciò che è trino non può essere uno. Ad esempio, quando vediamo tre uomini, riconosciamo che sono tre entità distinte, o tre sostanze. Nel contemplare le tre Persone della Trinità, siamo chiamati a credere che esse siano tre persone in una sola sostanza. Come possiamo accettare questo apparente paradosso? Nel cercare di comprendere questo Mistero, dobbiamo evitare di concepire la Trinità in modo eretico e, quindi, errato: non dobbiamo immaginare le Persone trinitarie come tre modalità di essere dello stesso Dio, un errore piuttosto comune. Si potrebbe erroneamente pensare che Dio sia Padre quando crea, Figlio quando salva e Spirito Santo quando santifica, ma questo modo di pensare è errato: sappiamo che Dio crea, redime, santifica e glorifica in perfetta unità. Infatti, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, essendo un unico Dio, operano insieme in ogni azione divina.
Ecco dunque la soluzione: le tre Persone trinitarie sono tre relazioni sussistenti. Quando consideriamo le relazioni umane, siamo di fronte a realtà che qualificano l'individuo non in relazione con se stesso, ma in rapporto con qualcosa di esterno (come fanno le qualità e le quantità: se dico che Marco è grosso, lo descrivo secondo quantità, ma tale quantità riguarda solo lui). Nel mondo sensibile non è possibile trovare relazioni sussistenti, cioè relazioni che non siano "applicate" a qualche individuo.
In Dio, invece, proprio perché Egli è privo di materia e parti, le sue relazioni sono sussistenti, e in tal modo Egli rimane essere semplicissimo. Questo ci aiuta a comprendere che Dio non è solo in se stesso, poiché una relazione presuppone sempre un altro. In Dio, l'Altro è Se stesso, e così possiamo veramente affermare che nulla manca in Dio, nemmeno la relazione con il prossimo. Non c'è forse modo migliore per capire il significato con cui diciamo che Dio è Amore: l'Amore infatti è la più nobile delle relazioni che possiamo intrattenere con chi ci è intorno.
Gaetano Masciullo