sabato 23 dicembre 2023

San Giuseppe custode del Natale

Sequéntia sancti Evangélii secundum Matthǽum 1, 18-21.

Cum esset desponsáta Mater Iesu Maria Ioseph, ántequam convenírent, inventa est in útero habens de Spiritu Sancto. Ioseph autem, vir eius, cum esset iustus et nollet eam tradúcere, vóluit occúlte dimíttere eam. Hæc autem eo cogitánte, ecce, Angelus Dómini appáruit in somnis ei, dicens: Ioseph, fili David, noli timére accípere Maríam cóniugem tuam: quod enim in ea natum est, de Spíritu Sancto est. Páriet autem fílium, et vocábis nomen eius Iesum: ipse enim salvum fáciet pópulum suum a peccátis eórum.

Seguito del S. Vangelo secondo Matteo 1, 18-21.

Quando Maria, Madre di Gesù, si sposò con Giuseppe, prima di abitare con lui fu trovata incinta per virtù dello Spirito Santo. Ora, Giuseppe, suo marito, essendo giusto e non volendo accusarla, pensò di rimandarla segretamente. Mentre pensava a questo, ecco apparirgli in sogno un Angelo del Signore, che gli disse: "Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere Maria in sposa: poiché quel che è nato in lei è opera dello Spirito Santo. Ella partorirà un figlio che chiamerai Gesù: poiché egli libererà il suo popolo dai suoi peccati".

In questa Domenica di Vigilia del Santo Natale, la Chiesa ci propone un'altra figura importantissima per l'economia della salvezza. Dopo averci indicato quasi continuamente la figura di san Giovanni Battista durante il periodo di Avvento, il precursore del Messia, colui che addita la penitenza e la conversione come vie maestre per bene accogliere il Salvatore nella culla del nostro cuore, ecco che un'altra grande figura spicca nella liturgia.

Stiamo parlando di san Giuseppe, padre putativo di Nostro Signore. Questo personaggio non parla mai nei vangeli. Uomo del silenzio, egli è tuttavia loquace nelle sue opere. L'evangelista san Matteo lo descrive con un aggettivo molto significativo per la mentalità ebraica dell'epoca: "uomo giusto". Essere uomo giusto significava per gli israeliti uomo integralmente rispettoso della Legge di Dio. 

Leggiamo dunque che, una volta scoperto lo stato interessante di Maria sua sposa, san Giuseppe "poiché era uomo giusto" non decide di denunciarla alle autorità per adulterio (cosa che avrebbe comportato la pena capitale), ma di ripudiarla segretamente. Questo perché san Giuseppe, che conosceva bene Maria, non riusciva a credere all'ipotesi dell'adulterio. Egli conosceva la purezza di Maria, conosceva la sua fedeltà coniugale, e quindi non poteva che ritenere la tesi di un evento soprannaturale più verosimile della tesi dell'adulterio. 

Questo dubbio viene disciolto da un angelo. Assistiamo così ad una seconda annunciazione, questa volta rivolta non alla Vergine Maria, bensì a san Giuseppe. Per questo motivo, se il vangelo secondo Luca viene chiamato spesso il vangelo di Maria, il vangelo secondo Matteo spesso viene indicato come il vangelo di san Giuseppe. Nell'annuncio dell'angelo a Giuseppe, particolare importanza viene data al nome del bambino, il nome santo di Gesù.

Gesù significa in ebraico e in aramaico "Yah salva", "Dio salva". In verità, il brano di vangelo odierno procede citando il profeta Isaia: "Ecco la Vergine concepirà e partorirà il Figlio, che sarà chiamato Emmanuele". Due nomi dunque che vengono posti in sequenza, con significati strettamente collegati: Dio salva, cioè si incarna per liberare l'uomo dalle catene della colpa che lo rendono meritevole dell'inferno; e nella salvezza egli si fa "Dio in mezzo a noi". La presenza di Cristo nel mondo, iniziata nella notte storica del Natale, non è destinata a dissolversi con la Croce e poi con l'Ascensione. No, il Signore stesso ci rassicura: "Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Matteo 28, 20). Spetta a noi predisporre bene la culla del cuore e permettere a Dio di sbocciare nel nostro cuore.

Gaetano Masciullo

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