sabato 15 febbraio 2025

Settuagesima: la Misericordia completa, non contraddice, la Giustizia


Sequéntia S. Evangélii secundum Matthaéum 20, 1-16.

In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis parábolam hanc: Símile est regnum coelórum hómini patrifamílias, qui éxiit primo mane condúcere operários in víneam suam. Conventióne áutem facta cum operáriis ex denário diúrno, misit eos in víneam suam. Et egréssus circa horam tértiam, vidit álios stantes in foro otiósos, et dixit illis: Ite et vos in víneam meam, et quod iústum fúerit, dabo vobis. Illi áutem abiérunt. Íterum áutem éxiit circa sextam et nonam horam: et fecit simíliter. Circa undécimam vero éxiit, et invénit álios stantes, et dicit illis: Quid hic statis tota die otiósi? Dicunt ei: Quia nemo nos condúxit. Dicit illis: Ite et vos in víneam meam. Cum sero áutem factum esset, dicit dóminus víneae procuratóri suo: Voca operários, et redde illis mercédem, incípiens a novíssimis usque ad primos. Cum veníssent ergo qui circa undécimam horam vénerant, accepérunt síngulos denários. Veniéntes áutem et primi, arbitráti sunt quod plus essent acceptúri: accepérunt áutem et ipsi síngulos denários. Et accipiéntes murmurábant advérsus patremfamílias, dicéntes: Hi novíssimi una hora fecérunt, et pares illos nobis fecísti, qui portávimus pondus diéi, et aestus. At ille respóndens uni eórum, dixit: Amíce, non fácio tibi iniúriam: nonne ex denário convenísti mecum? Tolle quod tuum est, et vade: volo áutem et huic novíssimo dare sicut et tibi. Aut non licet mihi, quod volo, fácere? an óculos tuus nequam est, quia ego bonus sum? Sic erunt novíssimi primi, et primi novíssimi. Multi enim sunt vocáti, páuci vero elécti.

Seguito del S. Vangelo secondo Matteo 20, 1-16.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: "Il regno dei cieli è simile a un uomo padre di famiglia, il quale uscì di prima mattina per condurre degli operai nella propria vigna. Dopo aver dunque stipulato con gli operai l'accordo di un denaro al giorno, li inviò nella propria vigna. E uscito, verso l’ora terza, ne vide altri che se ne stavano in piazza oziosi, e disse loro: 'Andate anche voi nella mia vigna, e io vi darò quello che sarà giusto'. Quelli, allora, ci andarono. Uscì di nuovo, tuttavia, verso l’ora sesta e verso l’ora nona; e agì in maniera simile. Uscì persino verso l’ora undicesima, e ne trovò altri che se ne stavano fermi, e disse loro: 'Perché state qui tutto il giorno oziosi?' Quelli risposero: 'Perché nessuno ci ha presi con sè'. Ed egli disse loro: 'Andate anche voi nella mia vigna'. Quando allora fu fatta sera, il padrone della vigna disse al suo amministratore: 'Chiama gli operai, e rendi loro la paga, cominciando dagli ultimi fino ai primi'. Quando dunque giunsero coloro che erano andati verso l’ora undicesima, ricevettero un denaro ciascuno. Venuti poi anche i primi, ritennero che ne avrebbero ricevuti di più: ma ricevettero anch’essi un denaro ciascuno. E ricevutolo, mormoravano contro il padre di famiglia, dicendo: 'Questi ultimi hanno lavorato per un’ora e li hai resi pari a noi, che abbiamo sopportato il peso del giorno, e del caldo'. Ma quegli, rispondendo a uno di loro, disse: 'Amico, io non ti faccio torto: non ti sei forse accordato con me per un denaro? Prendi ciò che è tuo, e va': voglio, infatti, dare anche a quest’ultimo quanto a te. Oppure non mi è lecito fare ciò che voglio? Oppure il tuo occhio è perverso, perché io sono buono?' Così gli ultimi saranno i primi, e i primi gli ultimi. Molti, infatti, saranno i chiamati, pochi invece gli eletti".

La parabola dei lavoratori della vigna è tradizionalmente il vangelo di Settuagesima (settanta giorni prima di Pasqua), cioé viene posto all'inizio di quel periodo che precede la Quaresima e che nel complesso prepara al grande evento liturgico della Pasqua di Resurrezione del Signore Gesù.

Il motivo di tale scelta è dovuto al fatto che la giornata di lavoro rappresenta qui anzitutto la storia dell'umanità e le settimane sono sette perché sette, tradizionalmente, sono le fasi della storia umana: (1) da Adamo a Noè, (2) da Noè ad Abramo, (3) da Abramo a Mosè, (4) da Mosè a Davide, (5) da Davide alla cattività babilonese, (6) dalla cattività babilonese a Cristo, (7) da Cristo alla fine dei tempi.

Sono ovviamente fasi convenzionali, non uniformi dal punto di vista cronologico e quantitativo, ma distinte secondo un ordine simbolico che vede il proprio fondamento nella Scrittura. Esse sono sette: il numero - come già visto in altre occasioni - è fortemente simbolico, perché richiama la perfezione naturale, ferita dal peccato originale, ma restaurata dal sacrificio di Cristo. E in tal senso il richiamo pasquale è evidente. 

Venendo alla parabola dei lavoratori della vigna, bisogna fare alcune considerazioni importanti. Anzitutto, Gesù ci dice che il Regno dei cieli è simile a un padre di famiglia che è proprietario di una vigna; cioé il Regno dei cieli è Dio stesso, che viene qui indicato significativamente come Padre e viene presentato in riferimento alla Chiesa in un duplice modo. La Chiesa è al contempo (1) la famiglia di Dio, cui egli dunque provvede proprio come fa un padre con i figli, è cioè il fine della propria azione; (2) ma la Chiesa è anche la vigna di cui il padre è proprietario, cioé è anche il mezzo con cui provvede al bene dei figli e qui è reso evidente il riferimento ai sacramenti: come un padre si prende cura dei figli lavorando la vigna e prendendo dalla vigna il necessario per sostentare la prole, così Dio si prende cura dei suoi figli prendendo dalla Chiesa i mezzi per sostentarli (in particolare l'Eucarestia).

Vediamo poi che questo padre di famiglia esce di casa cinque volte durante il giorno, ogni tre ore. Esce anzitutto all'alba (convenzionalmente le sei del mattino), poi all'ora terza (nove di mattino), poi all'ora sesta (mezzogiorno), poi all'ora nona (tre del pomeriggio), poi all'undicesima ora (cinque del pomeriggio). Significativamente l'undicesima ora è l'ora prima del tramonto, che rappresenta la fine della storia. Si badi bene: qui la storia non finisce con la fine dei tempi, ma con la venuta di Cristo. Infatti, il sacrificio di Cristo sulla croce ha in un certo senso "consumato" la storia (consummatum est) e sconfitto già in maniera definitiva satana, anche se la Chiesa dovrà amministrare fino alla parusia gli effetti di questa vittoria già avvenuta.

Da Adamo a NoèDa Noè ad Abramo Da Abramo a Mosè Da Mosè a Davide Da Davide a Babilonia Da Babilonia a Cristo Da Cristo alla Parusia
Alba
(6:00 AM)
Ora terza
(9:00 AM)
Ora sesta
(12:00 PM)
Ora nona
(3:00 PM)
Ora undicesima
(5:00 PM)
Sera
(6:00 PM)
Notte

Cristo è dunque venuto al momento della paga, nel momento in cui redime l'umanità sulla Croce, istituisce la Chiesa e amministra i meriti della Redenzione tramite i sacerdoti della Nuova Alleanza e in particolare il Papa, misticamente simboleggiato qui dall'amministratore della vigna. Il Papa, infatti, è per così dire l'amministratore della Chiesa. 

Chi sono, dunque, gli ultimi di cui parla qui Gesù? Sono anzitutto coloro che non appartengono al popolo di Israele, coloro che hanno ricevuto anticamente e direttamente l'elezione e la promessa del Messia. Per questo, l'evangelista dice che il padrone si rivolge "a uno di loro" in particolare, non a tutti, cioé gli israeliti, i quali, se consideriamo la tabella superiore, non sono a onor del vero neanche i primissimi chiamati, ma quelli dell'ora sesta (da Abramo a Mosè), che cioé sono stati chiamati all'esatta metà del giorno. Per così dire, a metà della storia dell'umanità.

Prima della chiamata di Dio, i popoli restano immobili e oziosi in piazza. Misticamente, ciò significa che senza la vocazione, senza il senso indicato dal Signore alla vita di ciascuno di noi, non possiamo che restare immobili e oziosi, sonnolenti, con una volontà debole, confusi, perché non capiamo cosa fare della nostra vita, verso dove orientare le nostre azioni e i nostri desideri passeggeri, mutevoli, incostanti. Solo Dio dà il lavoro spirituale, che produce il frutto che non marcisce, cioé la grazia.

Quando dunque vengono gli operai, cioé i vari popoli chiamati nel corso della storia a partecipare di questo grande progetto divino di salvezza, ecco che vengono chiamati prima gli ultimi, cioé i pagani. Così è avvenuto nella storia della Chiesa. I pagani hanno accolto il vangelo più volentieri e più prontamente degli altri, com'è scritto: "Vi sia dunque noto che questa salvezza di Dio è stata mandata ai Gentili, ed essi l'ascolteranno" (Atti 28, 28). Alla fine anche i primi vengono chiamati. E questi mormorano contro il padrone. 

Assistiamo allora al modo molto particolare con cui il padrone ordina di distribuire la paga agli operai. Tutti ricevono un denaro, cioé tutti ricevono la stessa paga degli operai chiamati all'alba. "Uno di loro" - gli israeliti - si lamenta in maniera particolare: "Questi ultimi hanno lavorato per un’ora e li hai resi pari a noi". Infatti, con l'avvento di Cristo, mediante la grazia, tutti gli uomini vengono riportati ad uno stato di uguaglianza originale: "Non c'è più giudeo né greco, né schiavo né libero", dirà san Paolo. 

Eppure, non solo gli operai dell'undicesima ora sono stati privilegiati, ma anche buona parte di quelli che mormoravano, perché anche loro hanno ricevuto un intero denaro, quanto, a rigor di logica, avrebbero dovuto ricevere proporzionalmente di meno in base alle ore di lavoro. E gli israeliti, chiamati a metà giornata, avrebbero dovuto ricevere solo metà denaro.


Qual è la logica che c'è dietro la decisione del padre di famiglia? E' presto detto. A tutti egli dà quanto è giusto. Giustizia è dare a ciascuno secondo il merito. Dunque ciascuno riceve una ricompensa diversa. Dio però conosce bene anche ciò di cui l'uomo ha bisogno, anche se non lo merita, e provvede: questa è la misericordia. Dio sa che l'uomo ha bisogno della grazia nella sua pienezza (un intero denaro) per tornare suo amico e, siccome egli è buono ed è padrone di fare ciò che vuole con le proprie cose, ecco che alla paga di ciascuno aggiunge quanto manca per raggiungere la somma intera di un denaro.     

Ecco dunque che all'operaio invidioso (invidiare vuol dire letteralmente "vedere di traverso", ed ecco perché il padre di famiglia dice all'operaio di avere l'occhio perverso) Dio dice: reagisci così perché sono buono, cioé misericordioso? Quegli operai invidiosi, molto probabilmente, si allontanano, rifiutano il denaro perché non accettano di essere stati trattati, a loro dire, ingiustamente. Essi serbano rancore verso il padrone della vigna, e non capiscono che la loro nozione di giustizia è imperfetta. Ecco perché non basta essere chiamati dall'amministratore per essere salvati. Molti sono i chiamati, ma pochi rispondono a questa chiamata e quindi vengono "eletti", cioé scelti e salvati. Quanto è distante questo messaggio da ciò che sentiamo dire spesso dai pulpiti, e cioé che Dio salvi tutti indistintamente.

Gaetano Masciullo

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