sabato 26 ottobre 2024

La Regalità di Cristo

Sequéntia sancti Evangélii secúndum Ioánnem 18, 33-37.

In illo témpore: Dixit Pilátus ad Iesum: Tu es Rex Iudæórum? Respóndit Iesus: A temetípso hoc dicis, an álii dixérunt tibi de me? Respóndit Pilátus: Numquid ego Iudǽus sum? Gens tua et pontífices tradidérunt te mihi: quid fecísti? Respóndit Iesus: Regnum meum non est de hoc mundo. Si ex hoc mundo esset regnum meum, minístri mei útique decertárent, ut non tráderer Iudǽis: nunc autem regnum meum non est hinc. Dixit ítaque ei Pilátus: Ergo Rex es tu? Respóndit Iesus: Tu dicis, quia Rex sum ego. Ego in hoc natus sum et ad hoc veni in mundum, ut testimónium perhíbeam veritáti: omnis, qui est ex veritáte, audit vocem meam.

Séguito del S. Vangelo secondo Giovanni 18, 33-37.

In quel tempo, Pilato disse a Gesù: "Sei tu il Re dei Giudei?" Gesù gli rispose: "Lo dici da te, o altri te l’hanno detto di me?" Rispose Pilato: "Sono forse io Giudeo? La tua gente e i sommi sacerdoti ti hanno messo nelle mie mani. Che cosa hai fatto?" Rispose Gesù: "Il mio regno non è di questo mondo. Se fosse di questo mondo, i miei ministri certo si adopererebbero perché non fossi dato in potere dei Giudei: dunque il mio regno non è di quaggiù". Allora Pilato gli disse: "Dunque tu sei Re?" Rispose Gesù: "Tu lo dici, io sono re. Per questo sono nato e per questo sono venuto al mondo, per rendere testimonianza alla verità. Chiunque sta dalla parte della verità, ascolta la mia voce".

Questo brano, tratto dal vangelo secondo Giovanni e proclamato in occasione della Solennità di Cristo Re dell'Universo, nella liturgia in forma straordinaria del Rito Romano, è centrale per comprendere il significato profondo della regalità di Cristo. Questa festa, istituita da Papa Pio XI nel 1925 con l'enciclica Quas Primas, rispondeva alla crescente secolarizzazione e all'ascesa dei totalitarismi, che minacciavano il primato dell'autorità di Dio sulla vita dell'uomo, intesa individualmente e socialmente. Papa Pio XI, in un’epoca di gravi crisi morali e sociali, volle riaffermare il primato di Cristo come sovrano non solo della Chiesa, ma dell’universo, ricordando a tutti i popoli che la vera pace e la giustizia non possono esistere senza il riconoscimento della signoria di Cristo.

Nel dialogo tra Gesù e Pilato, vediamo rivelata in maniera paradossale la natura regale di Gesù. Pilato domanda se Gesù sia "il re dei Giudei", e la risposta di Cristo supera ogni aspettativa umana: “Il mio regno non è di questo mondo”. Qui Gesù non rinnega la sua regalità, ma la definisce, in modo che il governatore romano, e anche i suoi accusatori, non comprendono pienamente. Il regno di Cristo non è terreno non nel senso che non si estenda a questo mondo, ma nel senso che non ha origine da questo mondo: è un regno celeste e universale, trascende le nazioni e gli imperi, non si fonda sulla forza militare o sulle ricchezze, ma sulla verità e sull'amore divino. La sua regalità non è limitata ai confini di Israele o del mondo fisico, ma abbraccia l'intera umanità e la creazione.

Gesù è Re perché Egli è la Verità (cf. Gv 14,6), e nella Verità risiede il fondamento di ogni giustizia. Cristo dichiara: “Io sono nato per questo, e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità”. La regalità di Cristo è inseparabile dalla sua missione di testimone della Verità: egli è venuto a rivelare la verità su Dio e sull'uomo. Senza verità non vi è giustizia, e un re, nella concezione autentica, è colui che difende la verità per il bene del suo popolo e, per tale ragione, bene amministra la giustizia. Cristo, essendo il Figlio di Dio e l'incarnazione stessa della Verità, è il Re perfetto, che governa non con la coercizione, ma con la giustizia che scaturisce dall'amore divino.

La gloria regale di Gesù si manifesta anche nel suo essere vero Dio. Egli, pur essendo uomo, è Dio, e con le sue opere e parole mostra la potenza e la sapienza della Santissima Trinità. Come Re, egli porta gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, rendendo visibile nella storia umana l'infinita maestà di Dio. La sua regalità non è solo una questione di potere, ma di rivelazione della verità divina e della comunione con Dio.

Cristo Re non è solamente il sovrano dei cristiani, ma anche di coloro che non lo conoscono, e persino dei suoi nemici. Il suo regno non è circoscritto ai confini visibili della Chiesa cattolica, ma si estende a tutti gli uomini e a tutte le creature. Gesù è Re di tutti, anche di coloro che si dichiarano suoi avversari, perché tutto ciò che esiste è stato creato per mezzo di Lui e per Lui (cf. Col 1,16). Anche coloro che ancora non lo riconoscono sono chiamati a far parte del suo regno, e la Chiesa, in questa solennità, rinnova il suo compito missionario di annunciare la signoria universale di Cristo.

Oggi, durante la solennità di Cristo, Re dell'Universo, la Chiesa ci invita a riconoscere (o a ricordare) che ogni autorità terrena è giusta solo se subordinata alla sovranità divina. Non c’è vera pace senza giustizia, e non c’è giustizia senza verità: in Cristo, Verità incarnata, troviamo il Re che guida l'umanità verso la giustizia perfetta e la carità autentica.

Gaetano Masciullo

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